“Il presidente della Repubblica mercoledì 30 gennaio mi ha conferito l'incarico di verificare la possibilità di consenso su una riforma della legge elettorale e di sostegno a un governo funzionale all'approvazione di tale riforma e all'assunzione delle decisioni più urgenti. Ho incontrato le delegazioni delle forze politiche presenti in Parlamento. Ho ascoltato i presidenti delle organizzazioni imprenditoriali e i segretari delle organizzazioni sindacali più rappresentative, nonché il comitato promotore del referendum e il comitato per la riforma elettorale. E’ diffusa tra le forze politiche la consapevolezza della necessità di modificare la legge elettorale vigente, non ho riscontrato però l'esistenza di una significativa maggioranza su una precisa ipotesi di riforma elettorale. Nel rammaricarmi della impossibilità di raggiungere un obiettivo che ritengo necessario per il Paese voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato agli incontri. Per queste ragioni ho rimesso nelle mani del presidente della Repubblica l'incarico che mi aveva conferito”. E' quanto comunicato, ieri, dal Presidente del Senato Marini.
La nota del Quirinale non tarda ad arrivare: “Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha preso atto di quanto gli ha riferito il presidente Marini e lo ha ringraziato per il grande senso di responsabilità”.
A questo punto, ai sensi dell'art. 88, Comma 1, della Costituzione: "Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere". Napolitano ha già ricevuto, per l'appunto, Marini e Bertinotti.
Presumibilmente nella stessa mattinata di oggi, il Presidente del Consiglio Prodi trasmetterà il decreto di scioglimento al Capo dello Stato per la controfirma: se ciò dovesse accadere, avrà fine la più breve legislatura (23 mesi) della storia della Repubblica Italiana.
Per le date delle nuove elezioni voci sempre più insistenti individuano la data del 13 e 14 Aprile.
Trattandosi di Elezioni Anticipate, il Referendum sulla Legge Elettorale slitterà di un anno: giusto ieri, infatti, secondo quello che era un atto dovuto dopo che la Consulta s'era espressa per l'ammissibilità, il Governo ha indetto il referendum per il 28 maggio prossimo ma, come detto, se ne riparlerà l'anno prossimo.
VELTRONI: UN'OCCASIONE SPRECATA PER RIDURRE LA FRAMMENTAZIONE
“Registro che il centrodestra si è espresso diversamente: si tratta di un’ulteriore occasione mancata. L’Italia che lavora che produce, in questo momento, più che precipitare verso elezioni anticipate, preferirebbe avere una nuova legge elettorale per dare al Paese le regole che consentano di contrastare la frammentazione e l’instabilità, regole di cui c'è assoluto bisogno”.
VELTRONI: CORREREMO DA SOLI
In ogni caso, il PD continuerà il suo progetto di rinnovamento della politica italiana nei rapporti interni e in quelli con l'elettorato: va da sè che il PD “si presenterà con un programma e un partito. Per noi vale il programma, questa è la vera novità italiana”.
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